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Immagine del redattoreBaglieri Editrice

Il corvo nero e la sua corona gialla da re, di Anna Fortunato


Come erano belle quelle mele, una più bella dell’altra anche se tutte diverse. C’era la mela rossa, cioè la classica mela usata da Biancaneve, quella rosa, ma anche verde e gialla come il sole d’estate. Ognuna aveva il suo nome, ovviamente. Stark era quella rossa, Pink si chiamava la mela rosa, Granny era il nome della mela di colore verde e Renetta la gialla. Ciascuna era preziosa e unica. I loro sapori erano tutti diversi ma tutti buoni. Non si poteva fare a meno di nessuna.

Le nostre amiche vivevano ognuna nella propria casa ma erano vicine, bastava scendere giù dagli alberi, per trascorrere pomeriggi indimenticabili. - Pink, Granny, Renetta, su scendete, voglio fare una bella passeggiata, c’è una giornata stupendissima! - urlò tutta contenta Stark. - Arriviamoooo, ma li raccogliamo i fiorellini? Oggi voglio fare tante collane - rispose Renetta. - Ceeerto. Io raccolgo le primule, a voi tutto il resto - esclamò Pink.

Si divertivano a raccogliere fiorellini per creare colorate collane, ma ciò che più amavano fare era rotolarsi giù per la valle per raggiungere la scuola. - Che bello, che bello! Pistaaaa, arriva Granny.

Sembravano delle valanghe di neve; bisognava stare attenti, filavano giù come delle saette; solo il portone d’ingresso dell’istituto poteva fermarle. Eh sì, erano delle brave studentesse le nostre amiche mele, così come erano libere. Libere di ridere, di stare insieme allegramente, di girovagare per i prati e di volersi bene, ma un brutto giorno, tutto questo finì all’improvviso.

Così come arriva un temporale inaspettato, arrivò un pericolo, altrettanto inaspettato, che limitò la loro felicità e la loro libertà. Questo pericolo era un corvo nero malato con la corona gialla da re. Non si sapeva bene che male avesse, ma si era capito che era un male infettivo.

-Come stai, cara amica? -Ho la febbre alta, una brutta tosse e ho difficoltà a respirare - rispose debilitata la nostra Renetta.

Il corvo nero malato era quasi felice che tutti avessero paura di lui; si sentiva forte e quella corona gialla se l'era realizzata tutta per sé! La indossava ogni giorno prima di svolazzare qua e là per la vallata, ridendo di gusto, ogni volta che qualcuno chiudeva le finestre alla sua vista. Un giorno, sempre più soddisfatto di se stesso, decise di fare un tragitto ancora più lungo e volare non solo su quella vallata ma in altri campi. Là, incontrò molte altre mele e tanti altri frutti che sfortunatamente, riuscì a toccare.

La notizia del corvo nero e la corona gialla da re, era arrivata ovunque, quindi tutti avevano paura di incontrarlo. La verità è che in cuor suo, non era molto felice di contagiare gli altri e di farli star male, ma era l’unico modo per poter dire al mondo intero: "Io esisto". In tutta la sua vita, era sempre stato messo da parte e non aveva mai avuto un amico, perché era nero e si diceva portasse sfortuna. Aveva sofferto molto per questo e ora voleva solo vendicarsi, almeno stavolta c’era sul serio un motivo per evitarlo.

Continuò a volare a più non posso, finché un giorno capì che non poteva prendersela con chi non c’entrava nulla e forse neanche con chi lo aveva fatto soffrire. Vendicarsi non serviva a nulla, se non a diventare cattivo. A un certo punto quindi, prese la corona di carta gialla da re che si era costruito, la strappò e la buttò via. Non gli serviva più, non voleva infondere ancora paura, ma voleva guarire e finalmente trovarsi degli amici. Avrebbe dovuto fare una bella azione per farsi perdonare e così fu…

Volò via lontano, in un posto deserto dove rimase fino a quando il virus, che lo aveva fatto ammalare, morì. Dopo essere guarito, si mise alla ricerca di tutti i frutti che aveva contagiato, li mise in groppa e li portò dal dottore, uno per uno, compresa Renetta, naturalmente. Grazie al suo aiuto, si salvarono diversi frutti che ben presto lo premiarono come “amico dal cuore d’oro”. Finalmente quella brutta malattia era stata sconfitta, le mele tornarono a essere libere e il corvo nero non doveva più guardare le amiche mele con invidia, perché adesso anche lui aveva trovato degli amici.


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