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"Una vita per gli altri" (parte 1), classe I A AFM dell'Istituto Fermi - Vittoria.

Prefazione

(a cura della prof.ssa Marta Galofaro)


La civiltà è cominciata quando l’uomo ha sentito l’esigenza di raccontarsi, all’inizio anche in modo molto semplice, con le rappresentazioni artistiche nelle grotte, poi attraverso la narrazione. Non semplicemente per stabilire un contatto con altri, ma più profondamente per condividere il proprio mondo o raccontarne un altro, sentire riconosciuta la propria voce e, con questa, la propria esistenza e la propria sensibilità.

Una storia è un filo invisibile che lega chi l’ha scritta a chi la legge, ma non solo. Nel nostro caso ha legato prima di tutto i suoi autori, i ragazzi della I A AFM dell’Istituto “E. Fermi” i quali, in un periodo che ci ha costretti lontani dalla nostra quotidianità e dalla nostra aula, hanno partecipato a questa staffetta di frasi e parole.

La storia che leggerete nasce dalla mia proposta di scrivere uno storytelling, ma soprattutto dalla voglia che i ragazzi hanno dimostrato di mettersi in gioco, dalla loro esigenza di scrivere e raccontare questo periodo storico particolarmente difficile che stiamo vivendo e durante il quale la scuola si è dovuta riorganizzare con la didattica a distanza.

Una classe virtuale, uno schermo, una tastiera, una storia: la nostra a cui ognuno ha contribuito, infatti c’è un po’ di ciascuno, un legame invisibile che svela il segreto delle pagine, della scrittura e della lettura, tra quanto accende la passione e la creatività e ciò che la rende leggibile: un viaggio nell’anima che, attraverso l’inchiostro, diventa tratto indelebile, ricerca del significato più profondo dell’esistenza e delle risposte che vorremmo trovare.


Introduzione

(a cura di Laura Aumia e Mary Celeste, I A AFM)


Indubbiamente questo è stato un anno scolastico che difficilmente dimenticheremo. Ma grazie alla DAD abbiamo avuto la possibilità di continuare a fare scuola ed essere vicini, sostenendoci e confrontandoci a vicenda.

Questo nostro lavoro è partito dall’idea della nostra insegnante di italiano, la prof.ssa Galofaro, che ci ha invitato, dopo lo studio dell’Iliade a riflettere su chi oggi potessero essere Ettore e Andromaca, cioè l’uomo che, per senso del dovere, lascia la propria casa e la propria famiglia e scende in campo a rischio della propria vita e Andromaca, la moglie che sa che deve lasciarlo andare, ma teme per la sorte di suo marito. Questo ci ha permesso di attualizzare l’argomento e farlo nostro in modo semplice e originale, nonché di riconoscere in una storia molto antica una storia moderna e attuale.

Ettore oggi è il medico che scende in campo per combattere il Covid, perché sa che se lo fa può salvare molte vite, anche a costo di mettere a repentaglio la sua e a lasciare i suoi cari senza sapere se potrà rivederli perché potrebbe contrarre il virus. Come andrà a finire? Ettore morirà vittima dell’Achille-Covid o questa volta la storia prenderà una piega diversa?

Inoltre, scrivere questa storia ci ha dato la possibilità di sentirci tutti più uniti: nonostante la DAD, eravamo legati dal filo delle nostre parole man mano che davamo vita alla nostra storia.

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